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Gardaland: una miniera d’oro in un ambiente fragile

Fausto Recchi
Nato a Verona il 23/06/1987.
Residente in via Manin, 21 – 37019 Peschiera del Garda (VR)
Recapito telefonico 3473641638

Tesi di laurea triennale intitolata “Il parco tematico Gardaland: analisi degli effetti economici ed ambientali”
Relatore: prof. Federico Brunetti
Data di laurea: 25/10/2008
Votazione finale: 97/110
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3 milioni di visitatori e 120 milioni di euro di fatturato annui: sono i numeri che consentono a Gardaland di essere il parco divertimenti più importante d’Italia e, più in generale, la seconda attrazione turistica del Belpaese per numero di biglietti venduti, superata solo dal Colosseo di Roma. Le caratteristiche del successo sono molteplici, ma fondamentali sono soprattutto una buona gestione ed una posizione geografica incantata, sulle sponde del lago di Garda.
Eppure Gardaland è nato, così come la maggior parte dei parchi divertimenti italiani, grazie ad una innovativa idea imprenditoriale, ma con poche risorse finanziarie ed una gestione prevalentemente familiare. La “lampadina Gardaland” si è accesa nei primi anni ’70 nella mente di Livio Furini, commerciante di Peschiera del Garda, dopo una visita al parco tematico Disneyland, aperto nel 1955 da Walt Disney in California. L’intento del re dei fumetti era di creare “un posto dove portare le figlie la domenica pomeriggio, ma dove potessero divertirsi anche gli adulti”. Un’idea semplice, la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata nel trascorrere del tempo, tanto che adesso i parchi a tema di Disney sono cinque (Los Angeles, Orlando, Tokyo, Parigi e Hong Kong), accolgono annualmente 120 milioni di visitatori ed hanno un rilevante indotto, essendo corredati da enormi resort. Si tratta di strutture polivalenti, che offrono ai visitatori un’ampia gamma di servizi. Ad esempio, il Walt Disney World Resort di Orlando comprende quattro parchi tematici, due parchi acquatici, cinque campi da golf, più di venti alberghi ed una miriade di attività commerciali, occupa 57 mila dipendenti ed un’area di 122 chilometri quadrati, pari ai due terzi dell’intero comune di Verona.
In Italia invece negli anni ’60 nacquero diversi parchi divertimenti: Città della domenica a Perugia, Edenlandia a Napoli, Fiabilandia a Rimini e Cavallino matto a Donoratico.
Gardaland fu inaugurato il 19 luglio 1975 in un’area affacciata sul lago di Garda, a cavallo tra i comuni di Castelnuovo del Garda e Lazise, in provincia di Verona.
Furini coinvolse nel suo progetto alcuni imprenditori locali, che garantirono la possibilità di investimenti continuativi, anche se non faraonici. Questa politica si dimostrò vincente nei primi anni di vita del parco, caratterizzati da una costante crescita di visitatori e fatturato, e da un contestuale ridimensionamento degli altri parchi esistenti in Italia, pur nati anch’essi da buone idee imprenditoriali e capaci fino ad allora di crescere economicamente. Il salto di qualità avvenne per Gardaland a metà degli anni ’80, quando furono acquistati i terreni collocati tra il lago e la parte più occidentale del parco in cui, tramite dispendiosi investimenti, furono collocate alcune attrazioni di grande successo e presenti tuttora: tra essi “Colorado boat”, una emozionante discesa tra le rapide su barche a forma di tronco, “Magic mountain”, una moderna montagna russa, e “Valle dei re”, la prima “dark ride” europea, ovvero un percorso su carrellini tra scene ambientate nell’antico Egitto. Il carattere adrenalinico di queste attrazioni iniziò ad attrarre nel parco un’utenza giovane, poco affascinata dalle attrazioni presenti nella parte vecchia del parco, rivolte soprattutto a bambini e famiglie. Altri due furono i principali ampliamenti di superficie: nel 1992, quando fu aperta la seconda dark ride, “I corsari”, e tra il 1998 ed il 2000, quando furono aperte nuove attrazioni adrenaliniche. Da allora il rinnovamento delle strutture avviene al ritmo di un’attrazione nuova ogni anno. Nel 2003 fu costruito un albergo resort ad 800 metri di distanza dal parco. Nel 2006 la società “Gardaland S.r.l.” è stata acquisita dal gruppo inglese Merlin entertainments, il secondo al mondo per numero di visitatori, preceduto solo da Disney. Merlin nel 2008 ha affiancato a Gardaland anche un parco marino “Sea life”, costruito subito accanto.
All’interno del parco ci sono 40 attrazioni, 11 bar, 5 ristoranti, 18 negozi, numerosi punti foto e 6 aree tematiche, in cui scenografie ed attrazioni si richiamano allo stesso tema. Nella stagione 2007 Gardaland ha fatto registrare un fatturato di circa 120 milioni di euro ed un margine operativo lordo di 50 milioni. Dati in crescita rispetto alle stagioni precedenti, rispetto cioè ad esempio ai 106 milioni di fatturato del 2005, o ai 42 milioni di margine operativo lordo del 2006.
Secondo alcune statistiche risalenti al 1999, gli ospiti del parco sono per il 63% escursionisti, persone cioè che visitano Gardaland nel contesto di uno spostamento di un solo giorno, contro un 37% di turisti in senso stretto, ovvero coloro che stanno fruendo di una vacanza di più giorni sul lago di Garda. Tra questi ultimi il 28% sceglie il Benaco come destinazione turistica esclusivamente a causa della presenza di Gardaland. E’ quindi sufficiente una veloce operazione aritmetica per calcolare il numero di arrivi indotti da Gardaland ogni anno presso le località lacustri (3.000.000 x 37% x 28%): il risultato supera le 300.000 unità. Basta poi moltiplicare questo numero per la durata media della vacanza, che è di circa 7 notti, per scoprire che le presenze indotte sono circa 2.100.000. E se si considera che il bacino del Garda attira 20 milioni di presenze turistiche l’anno, si capisce che Gardaland contribuisce per l’importante quota del 10%. Da questo punto di vista, il parco costituisce un’importante attrazione turistica per il lago di Garda e per la provincia di Verona, con un rilevante ruolo di promozione del territorio. In alta stagione i dipendenti sono circa 1.700: un centinaio di loro è assunto con contratto a tempo determinato, mentre in 700 lavorano solo durante la stagione estiva, che si protrae da Pasqua fino alla festa di Tutti i Santi: in questa maniera anch’essi riescono a fruire dell’indennità di disoccupazione, pari al 60% della retribuzione ordinaria. Nel 2007 i costi del personale sono stati di circa 24 milioni di euro, che sono passati dalle casse del parco ai portafogli dei dipendenti. Di oltre tre milioni sono stati, nello stesso anno, i versamenti fiscali. Dopo Gardaland sono sorti, sulla costa sudorientale del Garda, numerosi altri parchi divertimenti: sei di carattere acquatico, tre di carattere naturalistico ed un parco tematico. Gardaland ha quindi contribuito in maniera determinante alla creazione di un vero e proprio distretto del divertimento, paragonabile a quelli della riviera adriatica veneta e romagnola.
Dall’altro lato, Gardaland produce effetti negativi sull’ambiente circostante. Ad esempio, un pesante inquinamento dell’aria creato dai 3 milioni annui di visitatori, che per raggiungere il parco intasano le insufficienti arterie stradali del basso Garda, creando smog. E’ stato calcolato che il livello di polveri sottili sulla strada Gardesana d’estate è il doppio di quello di Milano nelle ore di punta. Dal casello autostradale di Peschiera, tra novembre e febbraio escono circa 10.000 veicoli al giorno, contro i più di 15.000 di agosto. Gardaland promuove l’utilizzo dei mezzi pubblici, tramite efficienti servizi di bus navetta che collegano il parco con i campeggi della zona e con la stazione ferroviaria di Peschiera. Cionostante, la maggior parte dei visitatori giunge nel parco con la propria auto. Alcune attrazioni di Gardaland sono poi visibili dalla costa bresciana del lago, a più di 30 chilometri di distanza, causando deturpamento del paesaggio ed inquinamento visivo. Anche le acque del torrente Dugale, che attraversa il parco subito prima di sfociare nel lago, sono di qualità particolarmente bassa. I rilevamenti effettuati da Legambiente nel 2007 hanno evidenziato un forte inquinamento del Garda, all’altezza della foce del Dugale, che nonostante tutto è un’area in cui la balneazione è consentita. I rilevamenti effettuati a pochi chilometri di distanza hanno dato risultati opposti. Non è dimostrato che Gardaland sia colpevole dell’inquinamento del torrente, ma molte associazioni ambientaliste gli attribuiscono grosse responsabilità. Anche cinque attrazioni del parco sono costituite da percorsi acquatici, e sono accusate di utilizzare troppa acqua per il loro funzionamento. “I corsari”, ad esempio, ne utilizza 2.000 metri cubici, ed il fabbisogno aumenta se si considerano le necessità idriche dei giardini all’inglese, del delfinario e di Sea life. Anche l’inquinamento rumoroso è rilevante: i residenti della zona da anni lamentano il chiasso creato dal funzionamento delle attrazioni e dalle urla dei visitatori, che d’estate si protraggono fino a mezzanotte. In passato Gardaland è stato al centro di vicende legali e politiche, legate allo sfruttamento intensivo del territorio su cui è stato costituito: strutture costruite senza autorizzazioni ma poi sanate dalle amministrazioni comunali, espedienti burocratici trovati per costruire aggirando le leggi, mancato rispetto delle distanze legali tra gli edifici, immissioni rumorose su fondi limitrofi e progetti irrispettosi dell’ambiente. Diversi furono, negli anni, gli esposti alla magistratura di esponenti politici e comitati locali di cittadini, e nel 1987 presso il municipio di Castelnuovo vi fu un’operazione della Polizia di Verona che sequestrò diversi documenti. I consigli comunali di Castelnuovo e Lazise furono teatro di roventi dibattiti politici sull’espansione di Gardaland, dibattiti che approdarono, tra l’altro, nel 1986 alla Camera dei deputati tramite l’on. Poli (PCI) e nel 2000-2001 al Parlamento europeo tramite l’on. Frassoni (Verdi).

Si hanno quindi indiscutibilmente effetti positivi di tipo economico, ma anche effetti negativi dal punto di vista ecologico-ambientale. Metterli sul piatto della stessa bilancia è una forzatura: essi sono difficilmente confrontabili, in quanto gli aspetti legati ai beni naturali non sono valutabili oggettivamente, perché essi non hanno prezzo né mercato. Il loro valore può essere attribuito soggettivamente, in base alla sensibilità di ognuno. Tuttavia, la storia del parco ha evidenziato diversi aspetti indubbiamente criticabili: poca trasparenza in alcune decisioni delle amministrazioni pubbliche, un ampliamento non supportato dalle necessarie infrastrutture, una cementificazione poco attenta ed una mancata concertazione con le popolazioni residenti, spesso portatrici di critiche costruttive. Nel complesso però si può formulare un giudizio complessivamente favorevole degli effetti creati dalla presenza di Gardaland nel basso lago. Il reddito è aumentato, sono stati creati nuovi posti di lavoro, sono aumentati i flussi turistici e la vivibilità della zona non è stata compromessa irreparabilmente. Inoltre, non solo Gardaland è responsabile della devastazione della costa gardesana, ma soprattutto le politiche che, dagli anni ’60, le amministrazioni locali hanno attuato per aumentare indiscriminatamente i flussi turistici e la ricchezza derivante. Politiche che, se non saranno mutate in tempo breve, produrranno sensibili peggioramenti della qualità della vita.





Fausto Recchi



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