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Torna alla home page... Data Odierna: 5 Maggio 2024   
DAL GRUPPO ALLA SQUADRA

Neo Laureato: GIULIA ZAIA
Titolo della tesi:
Materia: Economia ambientale
Relatore: Prof. CLAUDIO BACCARANII
Votazione: 100/110
data di laurea: 2 Luglio 2002
Indirizzo: Via Monte Baldo 148, 37016 – Garda (VR)
Telefono: 045/7255535 Cellulare: 347 2245656

Introduzione

Alcuni mesi fa visitai la mostra dedicata a Claude Monet dove ho potuto rivedere una delle mie opere preferite: The Parliament of London (1871). Osservando da vicino il quadro è possibile notare tanti piccoli tocchi (il "tocco" è un termine tecnico), uno diverso dall'altro, per intensità, colori, dimensioni e spessori. Ogni tocco sembra essere più unico che raro perché non ne esiste uno di uguale all'altro. Ma basta fare qualche passo indietro per vedere che quelle pennellate perdono la loro individualità per amalgamarsi in un qualcosa di unico ed emozionante. Se potessi rappresentare visivamente una squadra è così che me la immaginerei, ricca di personalità individuali che si fondono in un unico soggetto capace di valorizzare i singoli al punto tale da creare quasi "un'opera d'arte".



Il Gruppo

La prima difficoltà incontrata riguarda la definizione del termine perchè non ne esiste una di univoca, riconosciuta e valida per tutti. Ogni studioso utilizza la propria in base agli obiettivi, ai legami, ai sistemi considerati. Il gruppo spesso si viene a formare spontaneamente e al di là della definizione è importante vederne le origini (vicinanza spaziale dei componenti, affinità di atteggiamenti o perché i membri sono accumunati dalle stesse problematiche, ad esempio l'isolamento in cui si trovano a vivere); altre volte risponde a dei bisogni come quello di sicurezza, di appartenenza, di controllo o di potere. Nel gruppo l'elemento predominante è la partecipazione dei componenti che scelgono obiettivi possibili da raggiungere, quasi mai obiettivi "sfidanti". Tra gli stessi membri è diffuso un atteggiamento solidaristico basato su rapporti di simpatia dove il capo è un coordinatore più che un leader.



La Squadra

E' definita spesso come un team costituito da poche persone, con competenze complementari, con uno scopo comune, con obiettivi di performance e dotato di un approccio di lavoro basato sulle responsabilità collettive. Si è pertanto rilevato che i componenti di un team tendono prima di tutto a definire scopo, obiettivi e ruoli condividendo le responsabilità legate alle loro azioni, accettando i rischi connessi alle attività, sforzandosi di creare un metodo di lavoro comune a tutti i membri. Un team quando decide di raggiungere un obiettivo lo fa per vincere e non per partecipare; per questo scelgono obiettivi al limite delle loro capacità, che diano modo a tutti di confrontarsi con realtà in grado di aiutarli a progredire. Tutto ciò permette di instaurare un atteggiamento grintoso tra le persone basato sulla stima e fiducia reciproche, sul rispetto e legato ad un leader volto soprattutto a trascinare i compagni di avventura. È proprio il leader che all'interno della squadra riveste un ruolo centrale nel passaggio da gruppo a squadra, ma anche per mantenere la condizione di squadra, se tale passaggio è già avvenuto. Infatti è la persona che deve avere coraggio, competenze ed esperienza per essere all'altezza del suo compito, dotato di una buona formazione tecnica e spiccate capacità nei rapporti umani. È colui che sa trainare e coinvolgere i componenti, li sa appassionare per un progetto, li rende entusiasti per una sfida magari a prima vista impossibile. È una persona caratterizzata da grande credibilità, di cui tutti si fidano, che sa riconoscere i meriti e gli errori personali e della squadra, che sa di non poter fare tutto e per questo applica la delega responsabilizzando i collaboratori. A fronte però di un grande successo lo scotto che il leader paga a livello personale è molto alto sia in termini di responsabilità complessiva sia in solitudine a livello personale. Infatti spesso le decisioni che prende sono frutto di una riflessione fatta in solitudine come molto frequentemente agisce operando scelte che lo fanno apparire impopolare al resto della squadra. Ma tutto ciò è dettato proprio dal fatto che la sua posizione gli consente di avere una visione d'insieme più ampia e completa.



Il Passaggio da Gruppo a Squadra

Il vero spartiacque tra gruppo e squadra risiede nella performance. Per il gruppo è data dalla somma dei contributi dei singoli componenti; per la squadra si parla di prodotto di lavoro collettivo, ovvero è richiesto un valore incrementale che va oltre la semplice somma dei contributi individuali. I componenti di una squadra hanno un impegno che va al di là del semplice contesto nel quale si inseriscono, sia nei confronti della crescita personale sia del successo degli altri componenti. Nella squadra è necessaria una mutua responsabilità, l'impegno ad accettare i rischi connessi all'attività, la comunanza dei risultati, lo sforzo generale a creare uno scopo, degli obiettivi e una metodologia comune a tutti i componenti. Il salto a squadra avviene quando dalla semplice interazione tra i componenti si riesce a passare, attraverso lo sviluppo della coesione, all'interdipendenza tra le persone ovvero una correlazione molto più stretta tra i membri. Se poi si riesce ad infondere la condivisione di fatti, atteggiamenti, informazioni e quant'altro serve per instaurare un maggior affiatamento allora si è raggiunto l'obiettivo finale: trasformare il gruppo in una squadra.



Esperienze dirette: direttore d'orchestra, allenatore di calcio e regista cinematografico a confronto

Il direttore d'orchestra ha affermato che il loro ambiente si inserisce in un sistema di relazioni che non prediligono il gioco di squadra, dove è molto forte la componente individuale. L'allenatore di calcio invece è supportato da un ambiente dove ormai il nascere dello spirito di squadra è più consolidato ed è favorito dalla presenza di condizioni migliori anche per affrontare le difficoltà. Per il regista invece, l'intento di costituire una squadra, ogni volta che si lavora ad un film, è prioritario, anche se in talune circostanze la presenza di personalità forti non facilita questo compito.

Per quanto riguarda l'importanza della figura del leader è emerso chiaramente quanto il suo ruolo sia centrale e determinante per il futuro del team. Tuttavia è stato anche rilevato come il leader inteso come direttore d'orchestra o allenatore di calcio ad esempio sia sempre affiancato da un altro leader più interno alla squadra (spalla per il direttore e capitano per l'allenatore) che cerca di far passare alcuni messaggi ai compagni. Generalmente se il rapporto tra i due è buono ovvero c'è una buona sintonia la squadra parte già con un forte punto di vantaggio. Il regista invece ha sottolineato come in realtà nella sua squadra esistano tanti leader indipendenti di cui a volte nemmeno verifica il lavoro. Sicuramente ciò che accumuna questi leader è la solitudine come fattore a volte anche troppo ingombrante. Il convivere con tale elemento è il primo passo che ognuno di loro ha compiuto sforzandosi in seconda istanza di trovare una soluzione affinché la solitudine, sebbene necessaria, possa tramutarsi in una componente a valenza positiva. Rispetto invece ai rapporti che riescono ad instaurare con il team qui si sono rilevate anche delle sostanziali differenze ad esempio nelle metodologie adottate nel trattare gli errori: per il direttore d'orchestra è assolutamente da evitare l'ammissione in pubblico degli errori commessi perché questo minerebbe in modo irreparabile la sua credibilità. L'allenatore di calcio ritiene che gli errori vadano sempre puntualizzati, ma in modi diversi in base al giocatore che li ha commessi: cambiare atteggiamento non significa fare favoritismi, ma più semplicemente fare in modo che lo sbaglio acquisti una valenza positiva. Il regista invece sostiene che esprimere apertamente le proprie scuse per errori palesi sia del tutto inutile mentre ritiene che a volte si commettono errori talmente gravi che in questo lavoro determinano conseguenze irreparabili. Un altro problema spinoso è rappresentato dai conflitti che possono sorgere all'interno di una squadra e gli atteggiamenti usati per marginarli sono differenti. C'è il leader che nel conflitto interviene sempre perché vuole bloccare sul nascere i problemi. Chi invece preferisce restarne fuori in quanto esistono altri strumenti di intervento. Chi si rivolge al dialogo come mezzo di risoluzione delle difficoltà. Le diversità che spesso possono creare problemi al team sono tuttavia considerate in modo positivo: ciò che è nuovo e diverso dalla routine può essere fonte di ispirazione, di riflessione e di miglioramento per tutti. Per tale motivo le diversità sono un fattore che essi considerano aggregante più che disaggregante anche se non nascondono le profonde difficoltà che a volte questi elementi creano. Per tutti comunque, quando si scelgono le persone da inserire nella squadra, ci si basa per prima cosa sulle qualità umane della persona con cui si tratta. Infatti se si hanno delle buone persone sarà possibile gettare le basi per realizzare un grande progetto. Ecco perché acquistano sempre più importanza valori di riferimento come la fiducia, la stima, il rispetto, l'impegno, la volontà. Infatti sono proprio questi valori che determinano le condizioni preliminari per formare un gruppo; ma soltanto rafforzandone il peso e la condivisione sarà possibile far compiere il passaggio a squadra. Il valore incrementale di cui si parla quando ci si riferisce alla squadra è proprio determinato dal consolidamento di questi fattori che concretamente permettono un flusso di idee maggiori, una diminuzione e migliore qualità del tempo trascorso insieme.





Giulia Zaia